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Gestione dell’ostruzione delle vie aeree centrali

Nuove linee guida per la pratica clinica da CHEST

DA CHEST Physicians

L’ostruzione delle vie aeree centrali (CAO) è una condizione devastante per i pazienti, che provoca dispnea debilitante ed è associata a una prognosi sfavorevole. La condizione è definita come un’occlusione di almeno il 50% delle vie aeree centrali. La CAO può essere pericolosa per la vita e spesso si presenta con sintomi aspecifici come tosse, dispnea, disfagia, affaticamento e perdita di peso. Mentre il cancro ai polmoni è la causa più comune di CAO, sia le neoplasie maligne primarie delle vie aeree che la malattia metastatica possono causare CAO. Allo stesso modo, ci sono una serie di eziologie non maligne, tra cui postintubazione, condizioni infiammatorie e complicazioni correlate al trapianto. Esiste una significativa eterogeneità nella gestione della CAO a causa delle differenze nelle condizioni cliniche, nelle pratiche cliniche e nei programmi di formazione.1

Data la complessità e la variabilità nella gestione della CAO, CHEST ha valutato sistematicamente le prove attuali per sviluppare linee guida per la pratica clinica.

Un gruppo di esperti multidisciplinari ha condotto una revisione approfondita della letteratura esistente, esaminando circa 10.000 abstract e rispondendo a 11 domande su popolazione, intervento, comparatore e risultato (PICO). Le linee guida create da CHEST forniscono raccomandazioni chiave per standardizzare i principi fondamentali della diagnosi e gestione della CAO e identificare importanti priorità di ricerca. Le raccomandazioni risultanti coprono diversi aspetti della gestione della CAO, tra cui l’uso della broncoscopia terapeutica rigida e flessibile, il tipo di anestesia e i ruoli dello stent e della resezione chirurgica.

Per i pazienti con CAO sintomatica, le linee guida suggeriscono la broncoscopia terapeutica oltre alla terapia sistemica e/o alla radioterapia locale. Sebbene le prove a sostegno di ciò si basino su un numero limitato di studi di bassa qualità a causa delle piccole dimensioni del campione e delle coorti eterogenee, suggeriscono che la broncoscopia terapeutica può migliorare i sintomi, la qualità della vita e, potenzialmente, la sopravvivenza per pazienti selezionati. Inoltre, consigliano la broncoscopia rigida rispetto a quella flessibile, in particolare per le ostruzioni prossimali e critiche, a causa della versatilità aggiunta dalla broncoscopia rigida.2 Inoltre, le linee guida suggeriscono l’anestesia generale o la sedazione profonda rispetto alla sedazione moderata per cercare di ridurre al minimo le complicazioni e migliorare la tolleranza del paziente alle procedure.3 Un approccio multidisciplinare, inclusa la condivisione del processo decisionale con i pazienti, è enfatizzato per ottimizzare l’assistenza al paziente.

Sebbene le linee guida offrano un quadro prezioso per i medici praticanti, sottolineano anche la necessità di ulteriori ricerche. Quasi tutte le raccomandazioni sono condizionali e basate su prove di bassa qualità. Ciò evidenzia le lacune significative nella conoscenza che possono contribuire alla variazione nella pratica. Ad esempio, ci sono dati limitati sull’efficacia comparativa di diversi interventi terapeutici e c’è una carenza di informazioni sui risultati a lungo termine per vari trattamenti. Il panel chiede studi ben progettati per colmare le lacune identificate nelle attuali prove.

La pubblicazione di queste linee guida per la pratica clinica è un risultato significativo nel campo della pneumologia interventistica. Fornendo raccomandazioni chiare e basate su prove, evidenziando la mancanza di prove di alta qualità e identificando aree importanti che giustificano ulteriori indagini, queste linee guida aiuteranno auspicabilmente a standardizzare e migliorare la diagnosi e la gestione dei pazienti con CAO. Idealmente, ciò migliorerà l’assistenza ai pazienti e migliorerà i risultati incentrati sul paziente. Queste linee guida fungeranno da fondamento per miglioramenti continui nella gestione di una condizione clinica impegnativa.